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Grazie ricevute

In questa sezione pubblichiamo i racconti delle grazie ricevute da Dio per intercessione di padre Giuseppe Picco. Si invitano tutti coloro che avessero ricevuto grazie o prodigi per intercessione di padre Giuseppe, di comunicarlo alla Vice Postulazione, in modo da poter ringraziare Dio e rendere nota la potenza dell’intercessione del nostro caro Padre sacerdote gesuita.

 

 

1954: Una profezia e un'emorragia guarita dopo la Novena a Padre Picco

 

           Mi chiamo Teresa e sono nata a San Marco di Borgomanero nel 1921, sono la prima di nove fratelli con genitori veramente cristiani. Sono infermiera. Ho avuto la fortuna di conoscere Padre Picco personalmente e sento il dovere di riferire un fatto che mio padre raccontava spesso a noi bambini.

Lui si trovava a Boleto con un amico a taglire il fieno e mentre stavano affilando la falce venne improvvisamente un temporale: un fulmine cadde proprio vicino a loro, spostò l'amico di alcuni metri mentre lui avvertì un forte "male" agli intestini. Riferito il fatto al reverendo Padre Picco, egli gli disse: «Serafino, il fulmine non ti ha colpito a morte, ma vedrai che di questi intestini ne dovrai soffrire!». Infatti, per molti anni un mal di testa l'ha sempre accompagnato, proprio a causa di una sopravvenuta difficoltà di digestione. Il buon Dio però l'ha sempre aiutato, perchè lavorava la terra anche con poca salute.

          Dopo tanti anni, nel 1954, venne a mio padre un fortissimo mal di stomaco. Portato in ospedale e operato d'urgenza, i chirurghi non trovarono nulla di particolare e allora gli tolsero l'appendice, che in realtà però era sana. Come conseguenza ebbe una forte emorragia dalla quale guarì solo dopo una nostra Novena a Padre Picco.

          Dopo un anno i dolori si sono fatti risentire e anche più forti. Ricoverato in Medicina e dopo una radiografia, il Primario di allora disse: «Non era un uomo da tagliare», perchè comprese che gli intestini erano stati colpiti a suo tempo. Proprio allora mio papà si ricordò di ciò che Padre Picco gli aveva detto.

          Padre Picco passava sovente dal nostro cortile e noi bambini per quel sacerdote dal sorriso di Santo avevamo un grande rispetto. Lui ci diceva: «Pregate, bambini, perché il Signore dia la salute a papà, perchè lui fa tanto del bene agli uomini». Infatti mio padre collaborava con Padre Picco e convinceva gli uomini ad andare a Gozzano dai Gesuiti per gli esercizi spirituali. Poi, vedendo le mie sorelle, Padre Picco diceva: «Verranno in questa casa delle "Spose di Cristo"». Anche questo si è avverato: tre delle mie sorelle sono diventate Suore. Dal suo volto traspariva la Santità. Fu veramente un sacerdote umile ed instancabile nell'aiutare i poveri e i bisognosi. Grazie a Lui, che invochiamo con fede, abbiamo la forza per affrontare le sofferenza inevitabili di questa vita.

 

Cerutti Teresa

 

 

1963: Padre Picco salva il bambino


           Ho servito messa da bambino con padre Picco e voglio raccontare la grazia più significativa che ho ricevuto dal Padre (sono convinto di averne ricevute molte altre…).
           Mia moglie desiderava tanto un figlio maschio (parlo del 1963, avevamo già una bambina…). Al terzo mese di gravidanza si presenta una forte emorragia. Il primo pensiero: “Stiamo perdendo il bambino!”. All’ospedale, dove subito viene ricoverata, i medici confermano il nostro timore e sono pronti ad intervenire; si fissa già l’ora in cui portarla in sala operatoria per praticare il raschiamento… Mia moglie, rassegnata, mi dice: “Non c’è più niente da fare”.
Io, tornando in vespa da Arona al mio paese, con semplicità mi sono rivolto a p. Picco: “Padre, ho servito messa con te…mi dicono che tu ottieni delle grazie da Dio…Io ho fede in Lui…ma con te c’è stata una vicinanza concreta, davanti all’altare…Aiutami! Aiutami! Ho bisogno che tu intervenga …”.
Con questa preghiera ancora nel cuore torno in ospedale. E lì trovo mia moglie che mi dice: “L’emorragia si è fermata…”. L’emorragia si è fermata: subito il pensiero va a p. Picco…Arriva il dottore: e noi gli riferiamo quello che è successo. Il medico resta perplesso: “Non è possibile!”, ci dice. E continua: “E’ tutto pronto per l’intervento ormai, la sala operatoria è prenotata …”.
           Con fermezza dico al dottore che intendo portare a casa mia moglie, combattendo contro la sua resistenza a dimetterla in quello stato, con un’interruzione di gravidanza in atto…Mi dice solo: “Ritornerete!”.
              Una volta a casa racconto al mio prete quanto è avvenuto. Nel frattempo però subentra un’altra prova, un’altra paura: le persone che sanno quanto è successo, anche sul lavoro, cominciano a dirmi che forse mio figlio nascerà non sano… Mi danno del matto per quello che ho fatto. Così di nuovo mi affido alla preghiera e mi metto a fare delle novene al padre Picco: “Padre, se puoi aiutami ancora! Proteggi il mio bambino!”. Arriva il momento del parto. Chiedo subito della salute di mio figlio: è perfettamente sano.
Oggi è qui con me e ha tre studi dentistici. Grazie, padre Picco.

Carlo Gemelli

 

 

1995 (?): Padre Picco guarisce in un grave trauma automobilistico

 

          Sono una Mamma e mi scuso se scrivo solo adesso, ma non sono molto brava a esprimere le mie emozioni; così sono passsati già cinque anni dall'accaduto e trovo solo ora la forza di farlo. Era il mese di luglio del... quando mia figlia, allora diciasettenne, uscì con il fratello più grande per trascorrere una bella serata tra amici. Quella sera ci fu un evento fatale. Dopo la bella serata trascorsa insieme, i ragazzi decisero di rincasare ed erano su tre auto. Mia figlia prese allora la macchina "sbagliata": lungo la strada l'autista fu abbagliato da un'altra auto e andò a sbattere contro un palo di cemento. Sull'auto c'erano mia figlia e altri due ragazzi.

          Furono subito molto gravi e la mia bambina ebbe grosse e delicate conseguenze, interne ed esterne. Quando fui avvertita da mio figlio di quello che era successo, con fretta e furia mi recai con mio marito al Pronto soccorso. Per tutto il tragitto mi venne di pregare e di invocare il Venerabile Padre Picco e chiesi a lui di non abbandonare mia figlia, di aiutarla e di starle vicino. Sono convinta che in quei momenti Lui era presente e non l'abbandonò per tutta la degenza in ospedale e tutt'ora si prende cura di lei. Ritengo che mia figlia sia stata miracolata  dal Venerabile Padre Picco! Ora mia figlia sta bene, ha superato tutti i problemi che aveva e adesso forse è migliore di prima. Non smetterò mai di pregare e ringraziare il Venerabile, così come neanche mia figlia smetterà di farlo. Mia madre, ancora vivente e lucida, ha vuto la fortuna di poter conoscere personalmente Padre Picco e dice che c'era sempre una luce attorno al suo capo. Era già un santo in vita.

 

Cerutti Gianna

 

[NdR: la figlia si chiama Emanuela, ora è sposata ed ha due bei figli; coi genitori partecipa sempre alle celebrazioni in memoria di Padre Picco a Gozzano]

 

 

2007: Padre Picco lascia aperta la chiesa

 

           L’anno scorso è arrivato da noi il nuovo parroco. Nel nostro comune ci sono molte frazioni e ognuna ha la sua chiesa. Durante la messa in una di queste frazioni ci comunica che è l’ultima volta in cui si celebra lì: la nostra chiesetta verrà chiusa perché siamo tutti invitati a frequentare la chiesa parrocchiale… Terminata la predica, a me viene di alzarmi davanti a tutti e dire: “Lei vorrebbe spegnere anche quel lumino lì (davanti al Santissimo, segno della sua Presenza, ndr)? No, questo non può avvenire!”. Silenzio. Usciti di chiesa, anche gli altri fedeli, lontano dalle orecchie del parroco, mormoravano rattristati…Ma io, che sola avevo parlato, arrivata a casa, sono stata proprio male; mi dispiaceva moltissimo di essermi rivolta così ad un sacerdote…
           Per volontà di Dio qualche giorno dopo passo davanti alla chiesa e la vedo aperta. Entro e trovo il parroco. Insisto: “Per favore non chiuda la chiesa! Per le persone che vivono qui è un segno saperla “abitata”; anche solo quando si passa, si saluta il Signore… e poi noi anziani non abbiamo la macchina per spostarci, siamo sempre venuti qui…”. Ma il parroco è fermo sulla sua decisione. E si avvicina al Tabernacolo per portare via il Santissimo. Infila la chiave nel Tabernacolo e… la chiave si spezza dentro…Io mi sono sentita morire! Lui lì per lì commenta: “E’ un caso”. Ma io replico: “No, no…Questo è intervento di p. Picco! Lei non conosce p. Picco…ma io l’ho conosciuto!”. Sul momento non gli resta che dire: “Non si preoccupi! Vedremo, vedremo…”. Combinazione (!) vuole che arrivi in visita a Borgomanero poco tempo dopo il Vescovo. Mi sento di confidare anche a lui la mia preoccupazione...il fatto che non possa proprio accettare che il Signore venga portato via dalla frazione… Lui si informa da me, poi mi risponde: “Stia tranquilla. La chiesa rimarrà aperta”.
Ritorno ancora dal parroco… Questa volta lui fa una proposta: “Mi dovete promettere che, se lascio l’Eucarestia nella chiesa, passerete ogni giorno a visitarla!”. Ebbene, io ho cercato di rimanere fedele alla promessa…Anche solo cinque minuti, entro e dico a Gesù: “Grazie!”. E anche molte altre cose che Lui sa…. Il Santissimo, alla fine, è rimasto fino ad oggi con noi. Con il santo intervento di padre Picco!

Una bisnonna

 


2012: Padre Picco apre le porte chiuse


Carissimi, volevo fare un ringraziamento al buon padre Giuseppe Picco per il suo continuo aiuto, ogni volta che invoco la sua protezione. E’ almeno dal 1957 che mi rivolgo a lui, soprattutto quando mi sento troppo sola per decidere su certe situazioni difficili. Mi rivolgo al santo padre Giuseppe Picco e le mie porte, tristi e chiuse, si aprono. Questo mi dà forza e coraggio per andare avanti. Ho promesso un’offerta per la Causa di Beatificazione. Spero che il santo padre Picco stia sempre vicino a me e alla mia famiglia. Forse ho mal scritto e mal composto questa lettera, ma la mia età è di 86 anni. Avrei tanto piacere, però, che fosse pubblicata sul bollettino per ringraziare della grazia che il santo Padre Giuseppe Picco mi ha concesso.

Ilva Barigione

 

 

2013: Padre Picco appare in sogno


L’anno scorso sono stata pure io all’ospedale [dopo il marito], perché avevo un abbassamento di sodio, non mangiavo ed ero preoccupata: come avrei potuto guardare mio marito, venendo a casa dopo quattro mesi di ospedale? Sono stata in camera intensiva, ho avuto un collasso e proprio allora ho sognato il santo Padre Giuseppe Picco. Io sono molto devota [a lui], sono sicura che sono stata miracolata da lui e non è la prima volta! Ultimamente sono stata in Italia e le ho mandato un’offerta. Spero l’abbia ricevuta. Le mando ancora un’offerta: per favore Padre dica una Santa Messa in ringraziamento e perché giunga presto la glorificazione del Santo Padre Giuseppe Picco.

Anna Maria Fassino

 

 

2014: Padre Picco salva in un grave incidente d'auto

 

Il 25 dicembre 2014 i miei genitori partirono dalla loro abitazione a Bolzano Novarese per raggiungerci ad Arona, dove avremmo tutti insieme festeggiato il Santo Natale. Racconta mia madre che durante i preparativi prima della partenza, aprendo un cassetto, le capitò casualmente tra le mani un piccolo pacchetto, di cui non ricordava l'esistenza. Incuriosita, aprì il sacchetto e ritrovò una reliquia di padre Picco, un piccolo angolo della sua veste custodito con la sua immagine, donatole anni prima da un'amica, a conoscenza della sua devozione per il Padre gesuita. Trascorsi tanti anni senza più riprendere in mano la reliquia, si era dimenticata della sua esistenza. Ritrovatala, la ripose senza troppo pensarci al suo posto, contenta di averla rivista e confortata dal pensiero della vicinanza di padre Picco.

Durante il percorso per giungere ad Arona i miei genitori presero male una curva e forse a causa della strada gelata la loro auto si ribaltò, scivolando e fermandosi a lato della strada, capovolta su un fianco. Poco tempo dopo giunsero sul posto, una strada secondaria e poco frequentata, altri automobilisti, che diedero il loro soccorso e aiutarono i miei genitori a uscire dall'auto, cosa che fu complicata in quanto questa era capovolta e non fu possibile aprire le portiere: miei genitori furono estratti dai soccorritori dal finestrino dell'auto.

Ancora oggi siamo stupiti di come tale incidente non abbia avuto nessuna conseguenza e di come i miei genitori possano essere usciti illesi dall'auto. Immediatamente il pensiero di mia madre andò a padre Picco e noi crediamo che il ritrovamento poco prima della sua reliquia sia stato un «segno» della Sua protezione.

La devozione della nostra famiglia per padre Picco viene da un episodio narrato da mia nonna e riferito da lei spesse volte. Raccontava la nonna che mia zia neonata si ammalò e fu portata prima dal medico e poi da uno specialista, i quali dichiararono che la bambina avrebbe perso la vista. Mia nonna, donna tenace, di una fede semplice e robusta, tornata a casa, mise la bambina sulla tavola della cucina, chiamò gli altri membri della famiglia e tutti insieme intorno alla tavola invocarono l'aiuto di padre Picco. Oggi mia zia vede perfettamente, la nostra devozione per padre Picco è ancora presente e cerchiamo di trasmetterla ai nostri figli.

Sperando che questa mia breve testimonianza possa essere utile, ringrazio per l'attenzione.

 

Barbara Solini

 

 

2015: Padre Picco guarisce il dito medio

 

Una donna di ottantotto anni, Celestina Ferrato, di Paesana (CN), aveva il dito medio della mano destra malato, con una spaccatura longitudinale e della cancrena in corso, a rischio di amputazione. Nel corso del 2015, venuta a conoscenza da noi sue amiche della persona di Padre Picco e invitata a pregare per la sua guarigione, ha accettato di pregare e insieme abbiamo pregato più volte con la preghiera riportata sul retro dell’immaginetta di Padre Picco. Dopo un po’ di tempo è iniziata la guarigione spontanea del dito, in maniera inspiegabile per i suoi medici. Oggi il dito medio della signora Celestina è guarito completamente e la signora Celestina continua a pregare con fede padre Picco per la grazia ricevuta.

 

Marisa Sussi

 

 

2016: Padre Picco e il dono di un figlio

 

Dal 14 al 17 marzo 2016, mi trovavo al Cenacolo di Torino per un corso di esercizi spirituali pomeridiani per i laici. In quei giorni una giovane donna mi scrisse una e-mail chiedendomi un incontro personale, per chiarire alcuni aspetti della sua vita spirituale. Nel nostro colloquio del 15 marzo abbiamo parlato di molte cose, in particolare di consolazioni e desolazioni spirituali, e per sua richiesta ci siamo rivisti anche il giorno successivo, insieme a suo marito, un giovane ingegnere. Tra le altre cose, era emersa la loro paura profonda di non poter avere figli e uno stato interiore di desolazione: dopo tanti anni di matrimonio il loro desiderio di dare la vita era forte, ma il bambino non arrivava! Nell’atrio del Cenacolo, parlando coi due giovani coniugi e vedendo la loro preoccupazione, mi è venuta l’ispirazione di pregare insieme Padre Picco, perché intercedesse presso Dio per la grazia di un figlio. Abbiamo pregato insieme, tutti e tre, con la preghiera presente sul retro dell’immaginetta di Padre Picco e poi ho dato loro la santa Benedizione. Ci siamo salutati, con un qualche senso di gioia e di speranza. Era il 16 marzo 2016.

Dando gloria a Dio e ringraziando Padre Picco, nel corso dell’anno mi è stato comunicato da quella giovane coppia che proprio il mese successivo alla nostra preghiera hanno ricevuto la grazia del concepimento di un figlio e poi che il 30 dicembre 2016 è nato bene Mattia, un vero “dono del Signore”, per loro e per tutti noi.

 

Lorenzo Gilardi

 


2016: Una guarigione ricevuta alla fontana di P. Picco a Crissolo

 

Mia figlia soffriva di una predisposizione ereditaria alle forme tumorali, con persistenti nevralgie e una forte allergia; nel corso del 2016 si era sottoposta ad alcuni esami medici, che avevano rilevato una possibile presenza tumorale localizzata al seno. Nel mese di luglio del 2016, guardando il calendario, aveva visto che il suo compleanno coincideva con la festa di sant’Ignazio di Loyola e in un momento di sconforto aveva pregato dicendo: «Fammi incontrare tu qualcuno che mi aiuti».

Da sola, impegnata con due figli adolescenti e con il lavoro, nei primi giorni di agosto aveva chiesto a suo padre di accompagnare lei e i due figli a fare una passeggiata in montagna, per riposarsi e svagarsi un poco. Durante il viaggio in auto, però, mia figlia avvertì un forte malessere e un mal di testa che la portavano a vomitare e allora si fermarono a Crissolo. Quando il malessere passò cominciarono a passeggiare lungo un sentiero di montagna e incontrarono il gruppo di devoti di Padre Picco che stava per celebrare la santa Messa alla Fontana delle grazie. Mia figlia e mio marito non conoscevano Padre Picco e neppure erano informati della celebrazione eucaristica del primo lunedì di agosto in quel luogo, e neppure io. Lei con i figli e il padre furono invitati dal diacono Pierino Vacchetta a fermarsi e a partecipare alla santa Messa. Si fermarono volentieri. Terminata la santa Messa, celebrata da padre Gilardi e altri due sacerdoti, ricevuta l’immaginetta e la benedizione di Padre Picco, fecero ritorno a Saluzzo con la loro auto. Da quel momento mia figlia si senti sempre meglio, non avverti più il mal di testa e neppure l’allergia. Qualche settimana dopo fu inviata dal suo medico a fare esami approfonditi e la risonanza magnetica a Torino. Dopo gli esami, uscita dall’ospedale, fu invitata da un’amica ad andare a pregare la Madonna. Si recarono allora al vicino Santuario della Consolata, dove lei non era mai stata, e pregarono insieme. Dagli esami risultò poi che la sospetta massa tumorale era assente e che non c’era più pericolo. Subito mia figlia pensò a Padre Picco e a una grazia ricevuta. Da allora mia figlia e tutti noi preghiamo Padre Picco con l’immaginetta di Crissolo. Sull’immaginetta leggemmo che Padre Picco aveva celebrato la sua Prima Messa proprio nel Santuario della Consolata e considerammo la visita di mia figlia al Santuario un segno di intercessione e di conferma.

 

La mamma

 

 

2017: Padre Picco salva da un intervento chirurgico

 

            Nel mese di settembre 2017, Angela, dopo un lieve trauma, ha iniziato a sopportare una piccola ulcera dolorante alla gamba sinistra. Era solo I’inizio di un calvario, testimoniato di referti medici, e che solo adesso si è parzialmente risolto. Noi diciamo grazie a un particolare intervento soprannaturale del Venerabile P. Picco! Angela è stata ricoverata il 4 ottobre 2017 presso I’Ospedale di Pallanza, con una diagnosi di insufficienza renale cronica e un netto evidente peggioramento della lesione alla gamba dolorante. Il giorno 6 ottobre il dr. Ruffoni, chirurgo vascolare all’ospedale Castelli di Pallanza, diagnosticava: «Evidenti vaste lesioni ulcerative alla gamba sinistra della paziente, essudanti e infette (verosimilmente dovute al virus speudomonas aeruginosa, quindi tra i più micidiali), in arteriopatia diabetica severa, associate a dolore notturno e di giorno» e rivelava a chi accompagnava Angela la probabilità di arrivare all’amputazione dell’arto infetto in tempi brevi, dato il grave rischio di setticemia, e raccomandava il ricovero urgente in caso di febbre.

E’ in questa circostanza che si inizia a pregare Padre Picco, con una novena di messe; poi le celebrazioni hanno proseguito, assieme a preghiere quotidiane.

           Subito, alcuni «avvenimenti» hanno dato una certa sicurezza di essere esauditi in tale preoccupante situazione: il pensiero e la speranza di rivolgerci a un medico privato, il dottor Dal Ry, chirurgo vascolare all'ospedale di Legnano; l'inaspettata ricomparsa di Mara, una persona già conosciuta e in stretti rapporti di lavoro proprio con quel dottore. Lei ha sollecitato una visita urgente, che si è tenuta il giorno seguente, 18 novembre 2017, (si allega il referto con la drastica conclusione che prevede l’amputazione urgente della gamba ammalata, per il grave rischio di setticemia). Inoltre, la segnalazione del caso da parte di una persona ex infermiera all'Asl della zona, per inserire Angela nell’assistenza infermieristica domiciliare, cosa poi effettivamente avvenuta.

            La sig.ra Angela finalmente dopo mesi riesce, pure con dolori, a riposare a letto, che aveva abbandonato a causa del male che avvertiva da distesa. In casa non si parla più di interventi chirurgici e si proibisce che qualcuno ne parli. C'è «grande serenità». Dopo 20 giorni ci si presenta dal dr. Dal Ry, con una evidente preoccupazione per la visita di controllo. Il medico riconosce il “non peggioramento” delle condizioni dell’ammalata, il suo “lieve miglioramento generale” e la sua serenità; soprattutto non si parla più dell’intervento previsto alla gamba infetta. Giovedi 7 dicembre anche I’infermiere di turno per la medicazione riconosce un miglioramento delle condizioni della paziente. Da allora in poi c’è stato un evidente e continuo miglioramento.

 

Don Marino Piffero

 

 

 

 

 

 

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Il precedente:

 

L.M. GILARDI, Novena per le grazie e Santo Rosario con il ven. Padre G. Picco S.I.,

Ed. ADP, Roma 2020, pp. 200, € 10,00.